Quando si parla di marketing c’è spesso una confusione gigantesca, figuriamoci quando si parla...
Continua a leggereQuando devo tirarmela dico che sono un growth hacker, ossia uno stregone della crescita aziendale. Ma per semplicità dico a tutti che faccio cose nel marketing, così permane quello strato nebuloso di incertezza sul volto di chi mi ascolta, che si tramuta ben presto in un ghigno che sottintende queste esatte parole: ah ok, schiaccia tasti sul pc e perde tempo sui social spacciandolo per lavoro.
Per me, non perdere tempo è fondamentale e preferisco far credere che il marketing sia un giochino sollazzante a chi non ha la curiosità di capire meglio come migliorare il suo personal branding, far crescere la sua azienda e misurare i risultati con l’obiettivo di sviluppare il proprio business.
Studio il tuo mercato, il pubblico potenziale e i tuoi concorrenti
Calcolo i ritorni potenziali del tuo prodotto/servizio rispetto ai tuoi costi
Creo con te il modello di business più idoneo ai tuoi obiettivi
Quanto devi incassare per raggiungere il break even point e iniziare a guadagnare
Costruisco per te gli strumenti più idonei a perseguire la strategia
Siti, SEO, Social, Campagne PPC, Funnel, Email marketing e Video Marketing
Come agganciare nuovi clienti e vendere loro il tuo prodotto/servizio
Come creare un piano marketing e come si usano tecnicamente gli strumenti
Lontano 2014, un giovane Fabrizio Musso vendeva servizi web. Sito internet, SEO, SEM, gestione social e tutte quelle belle iniziative creative che al cliente piacciono tanto perché vede il suo negozio catapultato in prima pagina su Google o ricoperto di like sui social.
Dopo un annetto circa, gli stessi clienti mi chiamavano dicendo “il sito non funziona, i clienti non arrivano, cambio fornitore”. Così il cliente duramente conquistato svaniva nel nulla, passava ad un concorrente e la storia si ripeteva, con continui cambi di fornitore da parte del cliente insoddisfatto.
Inizio a capire che lo strumento, sito o social che sia, non fa l’azienda.
Non esiste uno strumento magico che trasforma un imprenditore improvvisato in un imprenditore vero.
Non esiste un artifizio sul web che trasforma un analfabeta tecnologico in un mago dell’e-commerce.
Non esiste una vetrina online che possa funzionare da calamita solo per che esisti.
Non esiste un tasto che se premuto possa rispondere alle richieste di preventivo che stagnano da 10 giorni, pulire il tuo negozio o rispondere con educazione ai clienti che ti vengono a trovare (tutte storie vere).
A tutte queste situazioni, non serve uno strumento. Serve un’analisi e una strategia. Poi, se il mercato lo consente, se ci sono i numeri e se individuiamo uno o più motivi affinchè un cliente scelga te, allora parliamo di strumenti.
Per questo motivo mi concentro sulle due fasi del marketing precedenti a quella della creatività fatta di strumenti, ossia la fase di analisi e la fase di strategia.
In questo solo e unico modo i clienti attuali raggiungono davvero risultati tangibili.
L’agenzia di comunicazione vuole comunicare nel modo più creativo il tuo brand.
Il Growth hacker, se il tuo brand non ha valori da comunicare, non comunica un bel niente
l’agenzia di comunicazione mette il megafono alla tua attività.
Il growth hacker mette il megafono ai tuoi clienti
L’agenzia di comunicazione ti propone gli strumenti su cui è più abile
Il growth hacker non ha alcun interesse a proporti uno strumento o un altro, ma solo quello che fa bene alla tua azienda.
L’agenzia di comunicazione analizza il rendimento degli strumenti
Il growth hacker analizza il comportamento del tuo mercato, delle tue economie e solo alla fine, il rendimento degli strumenti.
La figura del growth hacker non è solo appannaggio dei colossi multinazionali. Il mio cliente ideale è il negozio, il libero professionista o l’azienda di medio/piccole dimensioni.
Proprio in questi scenari è importante il growth hacker, perché i capitali non sono giganteschi, il tempo è poco e c’è bisogno di capire velocemente se investire soldi e quanti) in un’impresa o meno.
Inoltre, una piccola realtà ha un accesso limitato alla maggior parte delle informazioni del proprio mercato. L’imprenditore ha spesso una visuale offuscata dal fatto che è troppo addentro alla su attività e non ha un comparto marketing interno che possa lavorare in modo imparziale. E anche se ce l’avesse, le logiche aziendalistiche impongono di non poter mai cassare un’iniziativa dei “piani alti”.
Un consulente esterno è diverso. Lavora per il bene della tua azienda, anche se questo apporta dei mal di pancia per il “capo”. Ciò che ti consiglia è basato su uno studio approfondito unito ad un intuito strategico sviluppato negli anni.
E come dico spesso, non sono io a consigliarti una strategia perché mi va così. Sono i dati ad imporcelo.
Quando si parla di marketing c’è spesso una confusione gigantesca, figuriamoci quando si parla...
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